Le coincidenze non esistono

 

 

 

ballerine

 

N. è una bambina bellissima. Lunghi capelli castano chiaro, alta. Sorride timidamente, presa in braccio come una bimba molto piccola, perché si è appena svegliata. Mi guarda di sottecchi dall’alto, stropicciandosi via ancora gli ultimi lembi del sonno pomeridiano. Quella bimba snella, timida e sorridente porta sulle spalle un grosso bagaglio, troppo grosso per chiunque, figuriamoci per lei, che è solo una bambina. Le donne che le stanno intorno mi indicano e le bisbigliano: lo sai che lei fa le bambole? Lo sguardo timido diventa presto curioso. Ho una borsa di tela con me. Grande e bitorzoluta. Comincia ad allungare lo sguardo, per cercare di spiare nella borsa, per vedere se è proprio vero quello che le stanno raccontando. La mia borsa di tela nera è proprio piena di bambole. Brava N. hai indovinato. Ci sono quelle che ho tirato su in tutta fretta, prima di mettermi in macchina per partire. Due mini doll delle mie bimbe, un doudou, un bellissimo neonato con gli arti snodabili e una bambola con lunghi capelli scuri e la frangetta. L’ho fatta a settembre, quando ho cominciato. E’ nata insieme a Giulia, la bambola della mia figlia maggiore. Sarebbe dovuta andare alla sua migliore amica appena partita per Roma. E poi, per diversi motivi, questa bambola non è mai partita, è restata in un sacchetto di stoffa, per non sciuparsi, un po’”orfana”. Le mie figlie non me l’hanno mai chiesta. Ogni tanto le facevano fare un giro sul passeggino o era invitata a una festa di compleanno tra bambole, ma poi questa bambola senza nome, tornava inesorabilmente nel suo sacchetto.Indossava un semplice vestitino color lampone. Nient’altro.

 

Ho aperto la borsa e le ho tirate fuori, una alla volta. Ma N. non aveva occhi che per l’orfanella. Questa è mia. Ha detto così e l’ha abbracciata. Ha scostato le braccia e la bambola è rimasta attaccata al suo collo. Si abbracciavano, si erano trovate. L’ha chiamata Sara, un nome antico che vuol dire principessa. Una vocina nella testa mi dice che quelle due creaturine sono grandi amiche. siamo d’accordo che le farò un piccolo guardaroba e le cucirò un vestito da ballerina. Sara è venuta al mondo per accompagnare N. in un contesto duro, spigoloso e tagliente. Spero che la morbidezza e il calore della lana di cui è fatta possano attutire ogni colpo. Spero che con i passi leggeri di una ballerina possa mostrarle come non rassegnarsi al brutto e ad avere sempre cura e rispetto per sé stessa. N. e Sara mi hanno ricordato tante cose. Una di queste, è che so fare i tutù, anche se non lo sapevo. La più importante, però, è che le coincidenze non esistono.